mercoledì 30 ottobre 2013

Una poesia di Byron

       She walks in beauty

She walks in beauty, like the night
Of cloudless climes and starry skies;
And all that's best of dark and bright
Meet in her aspect and her eyes:
Thus mellow'd to that tender light
Which heaven to gaudy day denies.
One shade the more, one ray the less,
Had half impair'd the nameless grace
Which waves in every raven tress,
Or softly lightens o'er her face;
Where thoughts serenely sweet express
How pure, how dear their dwelling-place.

And on that cheek, and o'er that brow,
So soft, so calm, yet eloquent,
The smiles that win, the tints that glow,
But tell of days in goodness spent,
A mind at peace with all below,
A heart whose love is innocent!
         Lord Byron
da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/poesie/poesie-in-lingua-straniera/poesia-25152?f=a:356>

martedì 29 ottobre 2013

Il Dossier

Byron

In questi giorni d’autunno il canale di Rai Scuola propone una miniserie ricavata dal film "Byron", sceneggiato da Nick Dear, diretto da Julian Farino e mandato in onda dalla BBC nel 2003.
Nel film si racconta la vita avventurosa, ribelle, edonistica e sfacciatamente immorale del famoso poeta romantico Lord George Gordon Byron, che venne definito dalla sorella (e amante) Augusta "mad, bad and dangerous to know " (pazzo, cattivo e pericoloso).
L'attore britannico John Lee Miller (Mr Knightley in "Emma" BBC 2009; Edmund in "Mansfield Park" 2000; Roger Collins in "Dark Shadows" 2012) è riuscito ad interpretare propriamente almeno alcuni aspetti dell'eccentrica ed eclettica personalità di Byron, uomo straordinario e poeta/letterato romantico per eccellenza. Lee Miller ha ben reso l’essere scanzonato, la perenne insoddisfazione e l’innato spirito ribelle del poeta. Una vita di eccessi e bizzarrie, il quasi disgusto per la società dell’epoca, il godimento estremo dei piaceri furono i tratti più forti dell’esistenza di Byron.
"Sento di essere arrivato a comprendere molto la personalità di Byron durante le nove settimane di riprese del film, ma sarebbe folle pensare di poter capire completamente qualcuno solo per aver letto qualcosa riguardo a lui ed aver cercato di  interpretarlo. Byron aveva la capacità di essere un uomo straordinariamente dolce e gentile, ma poteva essere anche dimostrarsi crudele quando decideva di esserlo. Sicuramente non mi piace affatto il modo in cui trattava alcuni." ha rivelato John Lee Miller.
Il film ripercorre la vita di Byron dal suo primo viaggio attraverso l'Albania e la Grecia fino alla sua morte, avvenuta durante una missione militare in Grecia. Le ambientazioni ed i costumi sono davvero eccellenti ed anche la sceneggiatura è abbastanza capace di trasmettere l'essenza dei vari personaggi.
In un palinsesto spesso desolante, una scelta alternativa.



mercoledì 23 ottobre 2013

Grey Room

Although you sit in a room that is gray,
Except for the silver
Of the straw-paper,
And pick
At your pale white gown;
Or lift one of the green beads
Of your necklace,
To let it fall;
Or gaze at your green fan
Printed with the red branches of a red willow;
Or, with one finger,
Move the leaf in the bowl--
The leaf that has fallen from the branches of the forsythia
Beside you...
What is all this?
I know how furiously your heart is beating. 

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Wallace Stevens, 1917

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lunedì 14 ottobre 2013

Diwali Numero d'autunno - Il Vuoto (in)colore

L’Occidente ha da sempre privilegiato l’arte del pieno, del saturo, fino alle perversioni del barocco e del rococò. Nel prossimo numero di Diwali – Rivista Contaminata desideriamo esplorare un altro tipo di presenza, quella del vuoto, dalle arti figurative alla letteratura, dall’architettura alla fotografia, fino alle molteplici situazioni artistiche in cui il vuoto riempie.
Ma il vuoto che vogliamo indagare è il vuoto (in)colore, laddove il colore ci sembra apparire come punto di emergenza di una contraddizione che fonda il concetto stesso di vuoto: possiamo concepire un vuoto assoluto? Oppure il vuoto è sempre vuoto di qualcosa?
E allora, seguendo la pista di questi interrogativi, il colore può essere ciò che rende visibile la non assolutezza del vuoto, dando esistenza visiva a una materia altrimenti invisibile.
L’importanza del vuoto non è certo una scoperta recente quando si consideri come già il termine sanscrito sunya denotasse un vuoto creativo. D’altro canto le culture orientali, soprattutto quelle influenzate dalla via del Buddhismo e dallo Zen, hanno sempre reputato il vuoto come essenziale per la concezione di ogni opera artistica.
Nell’arte del XX secolo si pensi all’estrema «vuotezza» di tante composizioni di Fontana, dove l’assenza costituisce la sostanza stessa di «buchi» e dei «tagli», oppure alle tele di Klein dove il blu intenso sembra riconciliare la dimensione umana con quella cosmica. Nel teatro si considerino le scansioni temporali dilatate del teatro di Kantor o di Nekrosius, così come nel cinema le pellicole di Kieslowski, Angelopoulos, Kiarostami. E ancora nella letteratura e nella poesia si pensi all’eredità lasciataci dagli haiku di Basho o ai ‘Vuoti’ contemporanei di Harrison.
Lo stesso concetto è stato ampiamente ripreso nell’architettura, nel design e nella fotografia, dove il vuoto spesso domina non solo come componente dei volumi, ma come spazio circostante e spazio interno.
Ne emerge un tema molto ampio, senza confini prestabiliti, come il vuoto (in)colore sa e deve essere, eppure al contempo un tema ricco di significati e di declinazioni.

I materiali devono pervenirci entro il 15 novembre 2013 al seguente indirizzo:
diwalirivistacontaminata@gmail.com

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domenica 13 ottobre 2013

Omaggio a Gertrude Stein

Sull'ultimo numero di Diwali - Rivista Contaminata sono presente con una video poesia nata dalla collaborazione con Maria Carla Trapani e L'Altrodame. Il video è disponibile anche sul canale tematico della rivista su Youtube.

www.rivistadiwali.it/omaggio-a-gertrude-stein/