giovedì 18 dicembre 2014

Kermesse Contaminata - Spazio Fandango Incontro

Alcuni momenti della prima serata della Kermesse Contaminata tenutasi a Roma sabato 13 Dicembre 2014 presso lo Spazio Fandango Incontro.

 Presentazione della serata, con Maria Carla Trapani e Laura Di Marco.

 Dibattito sulla Poesia contemporanea in Italia, insieme a Letizia Leone e Laura Di Marco.

 Focus HAIKU mediato da Dona Amati.

Proposte di lettura a cura di Michela Pistidda.

Kermesse Contaminata 2014


posSesso arteFatto

On-line il numero di Dicembre di Diwali - Rivista Contaminata su posSesso arteFatto.
Articoli di grande valore su Roberto Ferri, Marlene Dietrich e Helmut Berger, Gala, Paola Celi a confronto con Tom Wesselmann...
una selezione di oltre 20 poeti, oltre al Focus Haiku curato da Dona Amati.
4 fotografe d'eccezione...
and much more!


Per la morte di Giovanni Segantini

Implorazione dei monti, voci del regno alto e santo,
dolor selvaggio dei vènti combattuti, profondo pianto
delle sorgenti pure,
quando l’ombra discesa da un più alto regno benda
5la rupe e il ghiacciaio albeggia solo come un cammino che attenda
grandi orme venture!

Salutazione dei monti, coro delle gioie prime,
laude impetuosa dei torrenti, fremito delle cime
percosse dalla meraviglia,
10quando si fa la luce nelle vene della pietra
come nelle fibre del fiore perché Demetra
rivede la sua figlia!

Dominazione dei monti, purità delle cose intatte,
forza generatrice delle fiumane pròvvide e delle schiatte
15armate per l’eterna guerra,
mistero delle più remote origini quando un pensiero
divino abitava le fronti emerse dai mari! O mistero,
purità, forza sopra la Terra!

Spenti sono gli occhi umili e degni ove s’accolse l’infinita
20bellezza, partita è l’anima ove l’ombra e la luce la vita
e la morte furon come una sola
preghiera, e la melodìa del ruscello e il mugghio dell’armento e il tuono
della tempesta e il grido dell’aquila e il gemito dell’uomo
furon come una sola parola,

25e tutte le cose furono come una sola cosa
abbracciata per sempre dalla sua silenziosa
potenza come dall’aria.
Partita è su i vènti ebra di libertà l’anima dolce e rude
di colui che cercava una patria nelle altezze più nude
30sempre più solitaria.

O monti, purità delle cose intatte, forza, mistero
sopra la Terra, ella va e ritorna come un pensiero
immortale sopra la Terra.
O monti, o culmini, il suo dolore fu come la vostra ombra
35sopra la Terra. La sua gioia sarà oltre la sua tomba
un palpito della Terra.

Gabriele D'Annunzio - Elettra (1903)

Giovanni Segantini, Ave Maria, 1886.

Speciale FIAC

On-line su www.rivistadiwali.it lo Speciale da me curato per l'edizione 2014 della FIAC di Parigi.
Interviste esclusive a galleristi italiani ed internazionali e l'incontro con due artiste d'eccezione: l'icona della Body Art ORLAN e la giovane artista israelo-americana Ofri Cnaani.


venerdì 19 settembre 2014

The September Issue

On-line il nuovo numero di Diwali - Rivista Contaminata sul tema 'Spaesamenti'.
Un numero ricco di contenuti interessanti tra cui retrospettive sulle opere di Andrea Chiesi, Christo & Jean-Claude, Banksy.
Ospitiamo la poeta siriana Maram Al Masri, una delle autrici contemporanee più apprezzate al mondo.
Presentiamo i lavori fotografici di Johan Raiz, Miloje Savic, Angelika Leik, Pasquale Comegna e Carlo Travaglini.
Guardiamo insieme i video di DPBIT e Fabio Magnasciutti.
Invitiamo alla lettura di autori illustri come Angela Carter e Hélène Cixous.
And much much more...
Da non mancare! Scaricabile gratuitamente dalla homepage del sito:
10

mercoledì 13 agosto 2014

Virginia e la creatività delle donne



Non ci sono metri, accuratamente divisi in frazioni di centimetri, per poter misurare le qualità di una buona madre o la devozione di una figlia o la fedeltà di una sorella o l'abilità di una massaia. 
Intere ghirlande di parole dovrebbero illegittimamente spiccare il volo verso la nascita, prima che una donna possa dire quel che accade quando entra in una stanza. 
Le stanze sono così diverse; sono tranquille o tempestose; aperte sul mare, o al contrario sul cortile di un carcere; c'è il bucato steso, oppure splendono di opali e sete; sono dure come il crine o soffici come le piume...basta entrare in una stanza qualunque di una qualunque strada perché ci salti agli occhi quella forza estremamente complessa della femminilità. 
Come potrebbe essere altrimenti? Le donne sono state sedute in queste stanze per milioni di anni, cosicché ormai perfino le pareti sono pervase dalla loro forza creativa, che infatti soverchia talmente la capacità dei mattoni e della malta, che per forza deve attaccarsi alle penne, ai pennelli, agli affari e alla politica. Ma questa forza creativa è molto diversa da quella degli uomini
E dobbiamo dedurne che sarebbe un gran peccato se venisse ostacolata o sprecata, perché è stata ottenuta con secoli della più drastica disciplina, e non c'è niente che possa sostituirla. 
Sarebbe un gran peccato se le donne scrivessero come gli uomini, o vivessero come loro, o assumessero il loro aspetto; perché se due sessi non bastano, considerando la vastità e la varietà del mondo, come potremmo cavarcela con uno solo? L'educazione non dovrebbe forse sottolineare e accentuare le differenze, invece delle somiglianze? Perché di somiglianze ce ne sono anche troppe. 



A portrait of Virginia Woolf by her sister, Vanessa Bell. 
Photograph: Estate of Vanessa Bell/NPG/PA

mercoledì 23 luglio 2014

Cercansi Poeti

Chiamata a contributo per gli amici e lettori POETI. Abbiamo bisogno di voi per il numero di Settembre. Inviateci il vostro contributo entro il 01/09 p.v. sul tema ‘Spaesamenti’. Un argomento di ampio respiro che si presta a molte interpretazioni: lasciate fluire la parola poetica attraverso i paesaggi nei quali vi siete persi e poi ritrovati nei vostri versi. 
L’indirizzo mail per inviare i materiali è diwalirivistacontaminata@gmail.com

Qui sotto: Mario Schifano, Campo di pane, Smalto e acrilico su tela, 1984

domenica 20 luglio 2014

Per descrivere il fiore di mandorlo



Torno su Darwich, un autore che amo, grazie all'amica Valentina

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Per descrivere il fiore del mandorlo non mi giovano né enciclopedie
né vocabolari...
le parole mi trascinano nelle insidie della retorica,
la retorica ferisce il senso e loda la ferita
come il maschile detta al femminile i suoi sentimenti,
in che modo potrà risplendere allora il fiore del mandorlo nella mia lingua
che ne è l’eco?
Il fiore del mandorlo è trasparente come una risata d’acqua
che dalla timidezza della rugiada sboccia sui rami...
leggero come un bianco motivo musicale...
debole come l’apparire di un’idea che
spunta sulle dita
e inutilmente scriviamo...
denso come un verso di poesia che non può essere scritto
con parole.
Per descrivere il fiore del mandorlo devo visitare
l’inconscio, guidato verso i nomi dei sentimenti
appesi agli alberi. Qual è il suo nome?
Qual è il suo nome nella poetica del nulla?
Devo penetrare la gravità e le parole
per sentirne la leggerezza quando diventano
spettro sussurrante, così io divento loro e loro me,
trasparenti e bianche.
Le parole non sono patria e nemmeno esilio,
sono, invece, la passione del bianco nel descrivere il fiore del mandorlo.
Non neve né cotone, che cos’è dunque nella sua superiorità
alle cose e ai nomi?
Se l’autore riuscisse a comporre un brano
che descriva il fiore del mandorlo, svanirebbe la nebbia
sulle colline e un popolo intero direbbe:
eccole,
ecco le parole del nostro inno nazionale!


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Mahmud Darwish
traduzione dall’arabo di Fawzi Al Delmi



sabato 5 luglio 2014

In un ristorante di Tirli (Grosseto)


Numero di Diwali di Settembre - Spaesamenti

“Spaesamento”, è la scritta del cartello stradale che vi invitiamo a seguire, per perdervi nel tragitto, per poi ritrovarvi nelle vostre creazioni.
Quello dello spaesamento non è niente di più che un punto di vista privilegiato, che ci consente di cogliere ad arte gli oggetti della nostra esperienza. Una condizione che frequenta il paradosso, e che può renderci stranieri nel nostro paese, estranei alla nostra stessa casa. Che segnala eccentricità e mette in moto processi di decentramento creativo.
Inaspettatamente smarrito, estraneo al proprio ambiente, dentro e fuori ad un tempo, è chi si trova ad esperire spaesamento.
Spaesato è colui che non si sente cittadino a casa propria, pur senza aver ricevuto alcuna notifica di espulsione; ovvero colui che si sente perso finanche nella propria città. S-paesarsi è percorrere quindi la crepa tra l’oicos e la polys, senza decidersi sul pubblico né sul privato. In bilico tra la Legge e i propri affari. Si abita così l’assenza del diritto ad abitare il proprio mondo.
E si avverte novamente la percezione dell’inadeguatezza di artista alla propria stessa arte, come se nello spazio tra l’opera e la mano, tra il tasto e la mente, tra l’occhio e l’immagine, vigesse da sempre la legge della separatezza. Separati dall’arte come condizione stessa dell’arte, gli artisti.
Spaesati per definizione, conosciamo bene i luoghi dell’estraneità, perché straniera è sempre la nostra casa, spostati eppure a posto. Non resta che prestare attenzione al nostro esser sempre un po’ più in là dal centro, e rappresentarlo per Diwali!

Aspettiamo i vostri materiali poetici, fotografici e multimediali al consueto indirizzo di posta elettronica diwalirivistacontaminata@gmail.com

Termine ultimo per l’invio fissato al 1° Settembre 2014.

Alighiero & Boetti, Mappa, 1970, arazzo.

domenica 29 giugno 2014

Trauma & Creazione

E' uscito il numero di primavera di Diwali - Rivista Contaminata sul tema 'Trauma & Creazione'.
Saggi su Basquiat, la Saponificatrice di Correggio, l'esperimento Milgram, Wolfango Telis e Giorgio Giardina.
Interventi poetici di Roberto Marzano, Andrea Borrelli, Marino Santalucia e Vincenzo Signoretta.
Focus sugli Haiku dal volume 'Haiku come ciliegi in fiore', ed. Fusibilia Libri, a cura di Dona Amati.
Fotografie di Elena Galanti, Veronica Coletta, Frank Pierre Moreau, Giuliano Del Gatto.
Video arte con insights sulle opere di Franko B, David Cronenmberg e Bob Flanagan.
Proposte letterarie su autori come Yourcenar, Citati, Rizzo.
.... and much more.

http://www.rivistadiwali.it/

domenica 15 giugno 2014

Presentazione dell'Affiche Poétique 
Cristal Lyrics #7
La Passoire, Grenoble, 12 Giugno 2014








mercoledì 4 giugno 2014

Numero sbagliato

Nella pinacoteca squillò il telefono,
squillò a mezzanotte tra i quadri alle pareti;
poteva svegliare i dormienti, se c’erano,
ma qui abitano solo insonni profeti,
soltanto re sbiancano al chiarore lunare,
del tutto indifferenti a quel che c’è da guardare
e, vivace all’aspetto, la moglie del notaio
osserva l’aggeggio che squilla sul caminetto.
ma no, non mette via il suo bel ventaglio,
come gli altri resta appesa, colta sul non fatto.
Superbamente assenti, con ricche vesti o senza,
trattano quell’allarme con noncuranza,
in essa c’è, lo giuro, assai più humor nero
che se dalla cornice scendesse un condottiero
(a cui solo il silenzio fa fischiare le orecchie).
E il fatto che qualcuno continui a richiamare,
provando in buona fede all’apparecchio
un numero inesatto? E’ vivo, può sbagliare.

Wisława Szymborska, dal libro Discorso all’ufficio oggetti smarriti

Norman Rockwell, The art critic

giovedì 22 maggio 2014

Devo molto a quelli che non amo

Devo molto
a quelli che non amo.
Il sollievo con cui accetto
che siano più vicini a un altro.
La gioia di non essere io
il lupo dei loro agnelli.
Mi sento in pace con loro
e in libertà con loro,
e questo l’amore non può darlo,
né riesce a toglierlo.
Non li aspetto
dalla porta alla finestra.
Paziente
quasi come una meridiana,
capisco
ciò che l’amore non capisce,
perdono
ciò che l’amore non perdonerebbe mai.
Da un incontro a una lettera
passa non un’eternità,
ma solo qualche giorno o settimana.
I viaggi con loro vanno sempre bene,
i concerti sono ascoltati fino in fondo,
le cattedrali visitate,
i paesaggi nitidi.
E quando ci separano
sette monti e fiumi,
sono monti e fiumi
che trovi su ogni atlante.
È merito loro
se vivo in tre dimensioni,
in uno spazio non lirico e non retorico,
con un orizzonte vero, perché mobile.
Loro stessi non sanno
quanto portano nelle mani vuote.
«Non devo loro nulla» -
direbbe l’amore
su questa questione aperta.

Wisława Szymborska 

lunedì 19 maggio 2014

La scimmia

Cacciata dall’eden prima dell’uomo, 
perché aveva occhi così contagiosi
che guardandosi intorno nel giardino
sprofondava perfino gli angeli
in uno sconforto repentino. Pertanto
dovette, pur senz’umile acquiescenza,
fondare sulla terra la sua discendenza.
Lesta, sveglia e destra, conserva una gratia
scritta con la “t”, al terziario risalente.
Adorata dagli Egizi, con una pleiade
di pulci nell’argentea, sacra chioma,
ascoltava arcitacendo pensosa
che volessero da lei. Ah, non morire.
E se ne andava scrollando il culetto vermiglio,
a significare non lo vieto né lo consiglio.
In Europa le fu tolta l’anima,
ma per distrazione le lasciarono le mani;
e un monaco che dipingeva affreschi
diede alla santa palmi stretti, animaleschi.
La santa doveva
prendere la grazia come una nocciolina.
Calda come un neonato, tremante come un vecchio,
la portavano alle corti dei regnanti.
Uggiolava saltando alla catena d’oro,
col suo piccolo frac dai colori sgargianti.
Una Cassandra. Di che ridere qui.
Commestibile in Cina, sul vassoio
fa smorfie arrostite o lesse.
Ironica come un brillante su oro finto.
Il suo cervello ha un sapore delicato,
e qualcosa gli deve pur mancare,
dato che nulla ha mai inventato.
Nelle favole sola, insicura di ciò che fa,
riempie di boccacce gli specchi,
si burla di sé, ossia ci dà un buon esempio,
come un parente povero che di noi tutto sa,
anche se non ci facciamo salamelecchi.
Wislawa Szymborska – “La Scimmia” da Sale (1962)

sabato 3 maggio 2014

Metrici Moti

APRILE 2014, con l'editore Gaetano deComporre Edizioni, è uscita l'antologia in versi Metrici moti.
Curatore: Pozzoni Ivan
Autori
Bertola Carla - Bressan Beatrice - Carbonaro Yvonne - Catagnoli Leonardo - Catoni Stefano - Cinti Gabriella - Coco Emilio - De Falco Carmine - Di Lieto Giuseppe - Doria Antonella - Gattoni Lorenzo - Giuliodori Lucio - Greco Angela - Grillo Emma Giuliana - Izzo Michele - Lo Iacono Piero - Lorenzetto Nicola - Mattio Amos - Nasr Meeten - Rega Enzo - Reggiori Luca - Roversi Enea - Scaloni Flavio - Segala Negrini Roberto - Spagnuolo Agostina - Tuzet Giovanni - Ugolini Liliana - Vitacchio Alberto - Vivenzio Salvatore - Zollino Massimiliano.


Il prezzo pagato per l’attenzione dovuta alla significazione e allo straripamento della poesia contemporanea, che potremmo o vorremmo classificare tardo moderna, è un ludus che cerca di ri /conquistare lo spirito inquieto del poeta, teso al respiro dotto, e distinto per il gioco sempre affascinante della parola. Dopo Zanzotto, che prendiamo come esemplare della rottura, la poesia ha cercato ripetutamente la capacità disfidare la realtà proponendosi con sempre più scarsa originalità per una lettura altra, mentre è andata perdendo quel senso di magia e di segretezza che distingueva e distingue la classiche regole della scrittura […] Sul versante di una ricerca obiettiva nell’arco degli ultimi decenni le voci più feconde tra i viventi risultano interessate a una sperimentazione attenta e rigorosa, in un panorama poetico culturale che, a dispetto dell’emarginazione, dei separatismi,dei pregiudizi, riesce ad offrire una certa originalità anche se nella varietà degli stili (Antonio Spagnuolo).

martedì 8 aprile 2014

Incontro con Maram Al Masri

In occasione della 'Primavera della poesia' ho avuto modo di ascoltare e di conoscere Maram Al Masri, celebre poeta siriana naturalizzata in Francia.
Il lavoro di Maram, tradotto in diverse lingue, prende spunto dalle molteplici pieghe della femminilità, con particolare interesse alla condizione della donna musulmana. 
Recentemente Maram ha raccolto in volume le poesie di donne provenienti da tutti i paesi del mondo arabo, un canto di protesta e di rivendicazione.
Maram Al Masri, la cui opera è censurata in Siria, è un'attivista in favore della causa del popolo siriano, causa per la quale scrive e dedica incontri e approfondimenti.
Una donna di straordinaria sensualità, una voce unica, una presenza magnetica.
Sono felice di riproporre nel mio blog un breve estratto dell'incontro con Maram in cui l'autrice legge alcuni dei suoi versi in lingua originale.


Un ricordo da custodire gelosamente

Trauma & Creazione

Come consuetudine, anche per questa ‘chiamata a contributo’ non proponiamo un tema, ma suggeriamo diverse ‘vie’ cui speriamo corrispondano molteplici ‘devianze’.
La chiave che apre il cancello per il prossimo numero di Diwali è ‘Trauma e creazione’.
Il trauma può evocare l’impotenza di fronte all’irrompere di una forza esterna, lo sconvolgimento del corpo e dello spirito a seguito di una perturbazione inattesa.‘Trauma’, in questo senso, concentra lo sguardo sull’oggetto, sulla passività dell’evento, sul fatto subìto, lasciando nell’ombra l’attore e finanche l’azione.
D’altro canto, il trauma può essere anche fonte di rinnovata energia, una spinta propulsiva dal basso verso l’alto, il motore che alimenta la creatività e ne rinnova lo slancio.
L’urto subìto non è allora uno schianto mortale ma diventa ‘urto utile’, opportunità di cambiamento, motivo di ricerca. Lo sguardo torna sul soggetto. L’artista interpreta il trauma, lo seziona, lo trascende. A volte lo provoca scientificamente come mezzo efficacissimo per colpire l’immaginario dello spettatore. Il trauma diventa uno strumento creativo feroce, shockante, aggressivo, senza via di scampo.
Anche per questo tema, potete rispondere con la parola, poetica o saggistica, ma anche con la potenza evocativa dell’immagine, la forza dinamica della sequenza di immagini in movimento, con un disegno o una nota di lettura!

 Scadenza per l’invio dei materiali fissata per il 05/06 p.v.
Invio alla casella di posta diwalirivistacontaminata@gmail.com

martedì 25 marzo 2014

Donna. Immagine in Divenire

Siamo lieti di informarvi che il nuovo numero di Diwali-Rivista Contaminata sul tema 'Donna. Immagine in Divenire' è finalmente disponibile on-line.
Potrete scaricarlo liberamente dalla home-page di www.rivistadiwali.it
 
Un numero del quale siamo particolarmente soddisfatti per la presenza di contenuti di pregio tra i quali i saggi su:
'Frida' di Valerio Francola, in occasione della mostra alle Scuderie del Quirinale;
'Orgia-Omaggio a Pasolini' di @RisoDellaMedusa;
e poi un focus sugli 'Haiku' proposto da Dona Amati e i contributi poetici di autrici di primissimo piano come Rita Pacilio e Fabiana Frascà.

Molto ampia la sezione dedicata alle immagini con contributi di Giulio Gonella (premio 'Nikon Talents'), Giada Fettini ed altri ancora.

Con questo numero abbiamo inoltre aperto una collaborazione con Arianna Degni, performer e visual-artist, per la sezione InMobile sulla video-arte.

Insomma un numero molto ricco che non aspetta che il vostro... clic!

domenica 23 marzo 2014

Premio Alberoandronico

Il 14 Marzo scorso, al Campidoglio, ricevevo il Primo Premio per le Opere Italiane provenienti dall'Estero nell'ambito del Concorso Nazionale AlberoAndronico.


Di seguito la poesia risultata vincitrice:

Lungo la strada
camminando
ho trovato una fenice
agonizzando
      morendo
       tentando.
Ci fosse stato
un solo cristiano
passando
che le avesse chiesto

‘Quando?’

martedì 4 marzo 2014

Tristesses de la Lune


Ce soir, la lune rêve avec plus de paresse;
Ainsi qu'une beauté, sur de nombreux coussins,
Qui d'une main distraite et légère caresse
Avant de s'endormir le contour de ses seins,
Sur le dos satiné des molles avalanches,
Mourante, elle se livre aux longues pâmoisons,
Et promène ses yeux sur les visions blanches
Qui montent dans l'azur comme des floraisons.
Quand parfois sur ce globe, en sa langueur oisive,
Elle laisse filer une larme furtive,
Un poète pieux, ennemi du sommeil,
Dans le creux de sa main prend cette larme pâle,
Aux reflets irisés comme un fragment d'opale,
Et la met dans son coeur loin des yeux du soleil.

— Charles Baudelaire
Les fleurs du mal



Sadness of the Moon
Tonight the moon dreams with more indolence,
Like a lovely woman on a bed of cushions
Who fondles with a light and listless hand
The contour of her breasts before falling asleep;
On the satiny back of the billowing clouds,
Languishing, she lets herself fall into long swoons
And casts her eyes over the white phantoms
That rise in the azure like blossoming flowers.
When, in her lazy listlessness,
She sometimes sheds a furtive tear upon this globe,
A pious poet, enemy of sleep,
In the hollow of his hand catches this pale tear,
With the iridescent reflections of opal,
And hides it in his heart afar from the sun's eyes.

— William Aggeler
 The Flowers of Evil

domenica 26 gennaio 2014

Il puzzle della Stasi

 Ripropongo un estratto da un articolo apparso sull'Unità il 2009.

'Un impiegato colloca su una cintura meccanica diversi frammenti di carta, facendo attenzione a che gli angoli siano ben stesi. Ogni foglietto entra in una specie di grande scanner e inizia ad apparire sullo schermo. Una volta entrati tutti i pezzi, un software inizia ad assemblarli come tasselli di un puzzle. Poco dopo, compaiono sullo schermo le immagini di fogli A-4, alcuni scritti a macchina, altri a mano, e datati fino all’ottobre del 1989, non oltre. Sono i documenti che furono distrutti dal Ministerium für Staatsichereit, la Stasi, alla vigilia della caduta del muro di Berlino, il 9 novembre dell’89. 

Nel 2007 gli scienziati tedeschi dell’istituto Fraunhofer ricevettero il via libera del Governo per mettere in moto la loro macchina di assemblaggio che avrebbe ricostruito 600 milioni di stralci di carta per un totale di circa 45 milioni di documenti. 

Quasi nello stesso momento in cui “cadeva” il muro di Berlino, gli agenti della Stasi ricevettero l’ordine dal loro capo Erich Mielke di distruggere tutti gli archivi e accumulare i resti di carta in sacchi da bruciare. Il tentativo si risolse in una commedia degli errori in cui inizialmente le macchine tritacarta si ruppero sotto la pressione dell’enorme mole di documenti e i funzionari dovettero continuare l’opera a mano. L’impresa aveva richiesto più tempo del previsto e nessuno era stato in grado di organizzare dei camion che trasportassero i 16.000 sacchi al luogo in cui dovevano essere bruciati. L’opera di distruzione fu finalmente interrotta da una manifestazione popolare e i sacchi non andarono mai completamente distrutti.
Due anni dopo, 30 impiegati di Norimberga iniziarono a ricostruire manualmente i documenti, armati di lente d’ingrandimento e nastro adesivo. “Dieci anni fa abbiamo visto una trasmissione in televisione che mostrava come gli archivi della stasi venivano lentamente ricostruiti a mano e con un gran dispendio di energia”, spiega Bertrand Nicolay, coordinatore dell’iniziativa alla Fraunhofer, “a partire da quel momento ci siamo posti il problema di come risolvere questa situazione sviluppando uno strumento”. Il software, chiamato E-Puzzler funziona grazie alla creazione di un file d’immagine basato sulla digitalizzazione dei vari frammenti. Come in un gigantesco rompicapo, lo scanner ricava informazioni riguardo al colore, il tessuto, l’inchiostro e il tipo di carattere usato nel documento.
“Grazie alle informazioni su ogni singolo pezzetto, si riesce ad associare ad altri possibili tasselli, e come in un puzzle, poco a poco si ricostruiscono i fogli”, spiega Beate Koch di Fraunhofer. Lo stato ha stanziato, non senza polemiche, circa 6 milioni di euro nella ricostruzione dei documenti della Stasi. La ragione di questo enorme sforzo, scientifico ed economico, è che il contenuto dei sacchi potrebbe fare luce su i nomi dei 174.000 collaboratori non ufficiali del Ministero di Sicurezza della Germania dell’est e i 6 milioni di persone che, si calcola, vennero spiate durante la Guerra Fredda.

La BStU non è ancora in grado di rivelare dettagli specifici del contenuto dei documenti, però ha confermato che quelli che furono ricostruiti a mano contenevano materiale esplosivo riguardo a diversi aspetti dell’attività della Stasi: dalle violazioni dei diritti umani nel trattamento dei detenuti, alle relazioni con il gruppo terrorista armato della Germania dell’ovest, la RAF, e soprattutto la struttura della rete degli “spioni”, nonché la loro identità. “Inoltre, il loro contenuto potrebbe essere utile a interpretare i documenti rimasti intatti”, spiega Sylvia Dalitz, di BStU. Il progetto di ricostruzione è stato ostacolato da molti funzionari pubblici sulla base di motivazioni economiche. Alcuni deputati del parlamento tedesco attuale furono membri del partito comunista della Germania dell’est. Ma non solo: la stampa tedesca ha avanzato l’ipotesi che numerose reputazioni di personaggi pubblici potrebbero essere rovinate attraverso la pubblicazione del contenuto dei documenti.
Da questa impresa ciclopica esce sicuramente vincitore il software E-puzzler che presto potrebbe essere messo a disposizione di altre situazioni analoghe: è stato richiesto dalle autorità di altri paesi dell’est come la Polonia, ma anche da Argentina e Cile, paesi che soffrirono una dittatura militare con feroce repressione del dissenso.'



This is the link of a BBC podcast regarding the E-puzzler project

venerdì 10 gennaio 2014

Sopravvivere al genio

Consiglio la visione del film 'Surviving Picasso', 1996, regia di James Ivory con uno straordinario Anthony Opkins.
Il film è tratto dalle biografie:
Picasso: creator and destroyer di Arianna Huffington (link su Amazon.it)
Vivre avec Picasso di Françoise Gilot (link su Amazon.it)
entrambe le opere purtroppo non tradotte in Italiano anche se di notevole successo all'estero.
Segnalo anche che in tempi più recenti una delle nipoti dell'artista, Marina Picasso, ha pubblicato il libro Grand-Père. (link su Amazon.it)

Dalle opere e dal film emerge un ritratto inedito e sconosciuto dell'artista e della sua vita affettiva e familiare.
Si sente spesso parlare del connubio tra genio e follia, in questo caso declinato come genio ed egoismo.
Sopravvivere a Picasso fu un'impresa ardua per molti, tanto che alcune tra le sue compagne di vita, il primo figlio Paulo e il primo nipote Pablito si tolsero la vita sotto il peso dell'eredità del maestro.
Difficile sopravvivere ad un artista e uomo tirannico, che si faceva chiamare 'Dio' o 'mio signore' o 'il maestro' anche dalla più stretta cerchia di familiari.
Costringeva i propri cari ad una schiavitù emotiva ed oggettiva impressionante, anche sotto il giogo del proprio potere economico.
Nessuno era alla sua altezza e forte delle adulazioni di una folta schiera di critici ed conoscenti non perdeva occasione per umiliare chi gli stava affianco, fino all'annientamento.
Una personalità prodiga di opere e avara di sentimenti.


Oooohhhh Champs Elisées…

sabato 4 gennaio 2014

Si l'amour inflige



Si l’amour inflige

tourments et splendeurs

c’est un prodige !

Mon expérience en impose

à qui n’en sait pas la saveur.

L’amoureux porte sur sa face

de ses atteintes la trace !

Tel est dans les filets de l’amour pris

par un décret écrit !

De l’amour

je suis le parangon

au pilori cloué !

L’amant qui entame l’ascension

aux gémonies est voué !

Devant l’idole

folâtre, l’œil avide,

impatient, languide,

l’amant proféra ces paroles :

« La douceur chez l’aimé

serait-elle vice ? »

D’ajouter à mon supplice

je le suspecte.

Quant à moi, je l’honore,

et le respecte.
Tel est de l’amoureux le triste sort !

***


da Abu Nuwas
Poesie bacchiche e libertine, VIII sec. d.C.
traduzione dal persiano al francese di Omar Merzoug

Le immagine sono tratte dal film 'Carrington', 1995, regia di Christopher Hampton, vincitore del Premio della giuria al 48º Festival di Cannes. 

Il brano musicale 'Alone on the farm' è tratto dalla colonna sonora del film 'La mia Africa'. Musica originale di John Barry.