“Spaesamento”, è la scritta del cartello stradale che vi invitiamo a
seguire, per perdervi nel tragitto, per poi ritrovarvi nelle vostre creazioni.
Quello dello spaesamento non è niente di più che un punto di vista
privilegiato, che ci consente di cogliere ad
arte gli oggetti della nostra esperienza. Una condizione che frequenta il
paradosso, e che può renderci stranieri nel nostro paese, estranei alla nostra stessa casa. Che segnala eccentricità e
mette in moto processi di decentramento creativo.
Inaspettatamente smarrito, estraneo al proprio ambiente, dentro e fuori ad
un tempo, è chi si trova ad esperire spaesamento.
Spaesato è colui che non si sente cittadino a casa propria, pur senza aver
ricevuto alcuna notifica di espulsione; ovvero colui che si sente perso
finanche nella propria città. S-paesarsi è percorrere quindi la crepa tra l’oicos e la polys, senza decidersi sul pubblico né sul privato. In bilico tra
la Legge e i propri affari. Si abita così l’assenza del diritto ad abitare il
proprio mondo.
E si avverte novamente la
percezione dell’inadeguatezza di artista alla propria stessa arte, come se nello
spazio tra l’opera e la mano, tra il tasto e la mente, tra l’occhio e
l’immagine, vigesse da sempre la legge della separatezza. Separati dall’arte come
condizione stessa dell’arte, gli artisti.
Spaesati per definizione, conosciamo
bene i luoghi dell’estraneità, perché straniera è sempre la nostra casa,
spostati eppure a posto. Non resta che prestare attenzione al nostro esser
sempre un po’ più in là dal centro, e
rappresentarlo per Diwali!
Aspettiamo i vostri materiali poetici, fotografici e multimediali al
consueto indirizzo di posta elettronica diwalirivistacontaminata@gmail.com
Termine ultimo per l’invio fissato al 1° Settembre 2014.
Alighiero & Boetti, Mappa, 1970, arazzo.